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martedì 31 gennaio 2012

Egim Santo Stefano n.57



La differenza tra i due sta nella stampa del logo e del numero di serie che nel primo caso è più in alto rispetto al secondo santino


Egim San Sebastiano n.54


San Sebastiano con carta e loghi differenti


Egim Santi Cosma e Damiano


Le prime due immagini si differenziano solo per la carta e i colori ed hanno il n.51 mentre la terza è il n.53



Egim don Bosco n.50


Il n.50 ha logo e preghiera identici ma l'immagine cambia clamorosamente



Egim S. Antonio Abate n.45


Siamo al n.45 della serie Isonzo che differisce non nell'immagine del santino ma nel logo e nella preghiera

lunedì 30 gennaio 2012

Egim San Giuseppe


In questa foto abbiamo nel primo caso il n.32 e nel secondo il n.33 quindi due numeri 34 con colori diversi


In alto abbiamo il n.34 fustellato e in basso due numeri 35 con loghi diversi. Non sempre metto la foto ma penso a questo punto che vi potete fidare dopo tanti esempi




Egim San Michele arcangelo


Eccoci giunti a San Michele Arcangelo in 5 differenti santini. Il primo è il n.30 della serie, più antico con margini fustellati e logo Ed.G.Mi non racchiuso nel classico rettangolo. Il secondo ha invece il logo nel riquadro grande e il terzo in quello piccolo. Il quarto ha il nome del santo in latino mentre l'ultimo è il n.31 della serie



Aspetto i vostri commenti

Aspetto i vostri commenti e le vostre segnalazioni con foto se possibile in modo da vedere se ci sono in giro altri santini come questi con altri particolari. In seguito continuerò a pubblicare sul blog altre immagini di altri santini di questa splendida serie....vedremo ancora prossimamente San Michele, San Giuseppe, S. Antonio abate, ecc.

Egim San Biagio

E' la volta di san Biagio n.27 e 28


I numeri 27 si differenziano solo per i loghi mentre il 28 anche per la preghiera




Egim S. Antonio da Padova

 Passiamo ora ad analizzare i santini di S. Antonio da Padova n.26


Questi tre si differenziano solo per il logo diverso


Questi altri tre lo stesso si differenziano solo per il logo come potete vedere sotto e sono il n.41. L'ultimo ha inoltre la preghiera differente


Infine sotto trovate il n. 40 e il n.41 BIS






Egim Sant'Agata n.19

Queste foro che vedete sotto sono invece relative a Sant'Agata n.19 e 19 bis


domenica 29 gennaio 2012

Egim Santa Lucia n.12 ben nove varietà

Occhio a Santa Lucia ora

Le primi due immagini superiori hanno il logo piccolo ma la carta diversa, infatti la prima è opaca e la seconda è lucida. La terza immagine ha il logo grande ed infine la quarta ha il logo egim e un diverso carattere con cui è stato scritto il nome della santa


I primi due santini sono rispettivamente il 12 bis e il 12 BIS entrambi con logo piccolo, mentre i due in basso sono 12 BIS ma con immagine diversa dall'altro 12 BIS e un altro 12 BIS con logo grande ED.G.Mi


Infine Santa Lucia la troviamo anche al n.25 della stessa serie


Egim S. Rita n.10

Occhio ora a 3 immagini di santa Rita che nel primo caso è su carta opaca e logo Ed.G.Mi scritto grande, nella seconda immagine il logo è piccolo e la carta utilizzata è lucida, nel terzo caso il n. è l'11 e non più il 10. Ciò non è un'anomalia ma un altro numero della serie che raffigura ancora santa Rita ma con una raffigurazione diversa.

La casa editrice Egim o anche Ed.G.MI

Da oggi osserveremo tante anomalie della casa editrice Egim, serie Isonzo, nella produzione di diversi santini. Ci sono differenze nella carta, nel logo, nell'immagine. Ad esempio osserviamo il santino di S.Anna, il numero 4 della serie.

Ebbene i primi due santini in alto differiscono dal carattere con cui è scritto S. Anna, il terzo ha un'immagine diversa e difatti si chiama 4 bis e l'ultimo ha il logo recente dell'Egim e non quello tradizionale Ed.G.Mi

sabato 28 gennaio 2012

E. B. & C.: di chi si tratta?


A questa mia immagine segue un articolo di Biagio Gamba pubblicato sul sito "collezionaresantini" con in fondo due altre immagini dell'autore.

Qualche tempo fa, scrissi su questo sito che dietro la sigla E. B. & C. poteva “nascondersi” probabilmente il nome di una casa editrice milanese, attiva a partire dagli inizi del Novecento, il cui nome completo era Casa Editrice E. Berardi & C. Come qualcuno avrà letto, in quel post dicevo che ero giunto a tale conclusione, dopo aver osservato dei pezzi, recanti il celebre marchio, ovvero l'àncora con le lettere “E” e “B” ai lati e una “C” intrecciata, oltre alla scritta E. BERARDI & C. - MILANO.
Coincidenza? Forse. Torno sull'argomento, in quanto alcuni amici collezionisti sono convinti che in realtà la ditta E. B. & C. si riferisca invece a Bertarelli. La convinzione di costoro nasce non soltanto dalla presenza della lettera “B”, quanto probabilmente dal fatto che, in alcune immaginette edite dai Fratelli Bertarelli agli inizi del secolo XX, si trova stampato come marchio un'àncora, con un gancio simile a quello che nel logo dell'altra io ho letto come “C”. Ebbene, secondo il parere del sottoscritto, si tratta di due marchi differenti, che si riferiscono a due diverse case editrici, operanti nello stesso periodo storico. Dico ciò per una serie di motivi, che deduco da una più attenta analisi dei due loghi.
Il logo della ditta Berardi (o presunta tale) presenta un'àncora con le “braccia” piuttosto larghe, sulle quali sono posizionate le lettere “E” e “B”. Al centro, si trova incrociata quella che io leggo come lettera “C”. Se ora osserviamo attentamente il logo dei Fratelli Bertarelli, scopriamo innanzitutto che l'àncora, simile all'altra, ha però un corpo più stretto, mentre sono del tutto assenti le due lettere. Non solo. Il segno che si incrocia con l'àncora appare tagliato a metà, rispetto all'altro, una sorta di “C” con la sola parte inferiore. Inoltre va aggiunto che il nome dei Bertarelli era Achille, Giulio e Luigi. Dunque, nessuno il cui nome iniziasse con la “E”. Infine, nessun contributo può derivare dalla presenza dell'àncora in senso stretto, che come molti di voi sanno già, è segno comunissimo, presente nei loghi di molte altre case editrici. Nelle foto, i due marchi a confronto.



questo è invece il post evidenziato a cui fa riferimento l'autore

Credo che i collezionisti di santini, in particolare di cromolitografie, conoscano molto bene il marchio della casa editrice E. B. & C. E' rappresentato da un'àncora e dalle lettere E e B poste ai lati, con una C intrecciata al centro dell'àncora stessa. Ho già avuto modo di dire altrove che secondo il mio parere questa casa editrice e la EB sono la stessa cosa. Resta un problema da risolvere, peraltro comune a tante altre case editrici del XX secolo: chi si cela dietro quella sigla? Ebbene, credo in proposito di potere aggiungere alcuni elementi importanti, per la "felicità" di quanti collezionano immaginette della E.B. & C. Osservando diverse centinaia di cromolitografie recanti la "piccola àncora", in qualcuna (due su centinaia) ho trovato la seguente scritta: E. BERARDI & C. - MILANO. Dunque, sappiamo che la lettera "B" sta per "Berardi". Speriamo a questo punto di aver dato un indizio importante che ci porti al ritrovamento di informazioni più complete su questa importante casa editrice.


ALF


Questo logo è della ALF cioè Arti Grafiche A. Fattorini - Milano

ATF

La ricerca continua...


Sono tantissimi i santini di cui non si conosce l'origine e la storia

Cv????

Vediamo chi riesce ad interpretare quest'altra casa editrice



Altro logo misterioso



Sarà della SPES di Milano?


Probabimente no in quanto sull'ancora la Spes reca appunto la scritta SPES con la SP a sn e ES a dx

Di chi è questo logo?

Ar o Salvardi?

In questa foto un bel santino di San Petronio


Sul retro la stampa Natale Salvardi Editore e in basso a sinistra il logo AR


Domanda: da chi è stato stampato secondo voi? Salvardi ha utilizzato un santino AR o viceversa?
Sembra proprio di sì visto che questo santino è molto simile a quelli della serie Z della AR.
Voi che ne pensate?

Di chi si tratta?

Oggi ho bisogno del vostro aiuto per cercare di capire questo logo a quale casa editrice appartiene! Qualcuno di voi lo conosce? Cerchiamo di sbrogliare la matassa Se avete santini con questo simbolo inviatemi una scansione a lucfar1@inwind.it
Cerchiamo insieme di risalire a chi l'ha prodotto. Vi allego un'altra foto
Sembra esserci attorno a quella specie di cuore una scritta. Chissà cosa! Qualcuno di voi magari sarà in possesso di un santino con questo logo con una scritta più nitida. Provate a scannerizzarla e ingrandirla o utilizzate la lente d'ingrandimento. Vi aggiungo una terza ed ultima foto di un terzo santino in mio possesso che riporta nuovamente questo simbolo. Ossrvate
C'è stavolta sotto l'immagine la dicitura Natale Salvardi editore, ma non è detto che provenga da questa casa editrice. A questo punto passo a voi la parola.




IL FASCINO DEI SANTINI

      Se da sempre il santino è stato considerato come un oggetto di ricordo da conservare gelosamente tra le cose più care, oggi è visto anche come oggetto ricercato da collezionare.  Infatti, come scrive anche Andrea Tornielli dell’introduzione del primo catalogo internazionale dei santini, curato da Graziano Toni, “i santini erano e continuano ad essere schegge di bellezza che chiunque può permettersi”. Il primo intento delle immagini sacre è stato da sempre quello di sostenere la fede dei fedeli, esaltare il loro amore per Gesù, Maria e i santi. Si ricorreva ad immaginette sacre, che si potevano facilmente imprimere nelle menti, corredate da una breve didascalia o da una frase dei Vangeli, anche per scopi catechetici.
 La foto del santino in questione è puramente casuale
e non si riferisce a quanto descritto nel testo

I santini venivano tenuti non solo nei messali, ma nei taschini delle giacche, nei portafogli, sui comodini. "Ecco un piccolo strumento che potrà aiutarvi! Cercate di avere un'immagine oppure un dipinto di Nostro Signore e non accontentatevi di portarlo sul cuore, senza mai guardarlo, ma usatelo per conversare con Lui". Così scriveva nel 1566 santa Teresa d'Avila nel suo Cammino di perfezione. A chi non è mai capitato di avere un santino tra le mani? Spesso li ritroviamo sfogliando un vecchio libro, una vecchia Bibbia o rovistando in qualche cassetto. Si tratta di un vero e proprio mezzo mediatico in quanto se una volta le immaginette si potevano trovare solo presso famiglie abbienti o nelle celle dei monaci, ora sono in possesso dalla massa di fedeli, riacquistando la funzione per cui in fin dei conti era nato, quella della divulgazione.
La foto del santino in questione è puramente casuale
e non si riferisce a quanto descritto nel testo

Ma come nacque il santino? La produzione europea più antica risale alla seconda metà del '500 fino ad arrivare ai giorni nostri. Monache e frati impiegavano parte della giornata a dipingere immaginette sacre su pergamena per donarle a dei fedeli o anche per usarle negli esorcismi e alcuni santini su ostia venivano fatti ingoiare a delle persone per guarirli da mali fisici o morali. Intanto, verso la metà del XV secolo, avvenne la scoperta dei caratteri tipografici mobili da parte del Gutenberg, scoperta che rivoluzionò tutto il mondo della stampa. Gli artisti disegnavano i soggetti mentre i loro collaboratori avevano il compito di incidere il bulino su legno o su rame per realizzare le immagini in fogli che, una volta stampati e colorati, venivano tagliati. A partire dal Seicento fino al XIX secolo, si cercherà di abbellire sempre di più i santini artisticamente e si svilupperà, nel corso di questi secoli, anche la realizzazione di immagini chiamate canivet dal piccolo arnese, simile ad un temperino (il canif), che si utilizzava per intagliare la carta o la pergamena, creando veri e propri pizzi merlettati di grande effetto. Il santino assunse molteplici funzioni: di ricordo, di annuncio a parenti e amici di un Battesimo, Cresima o Comunione, di una festività religiosa, assumendo così un ruolo più sociale.

 La foto del santino in questione è puramente casuale e non si riferisce a quanto descritto nel testo

All'inizio del XX secolo, ai canivets meccanici del secolo precedente si sostituiscono le cromolitografie traforate a punzone; i finissimi merletti lasciano il posto ai dentelli dei santini fustellati. Negli ultimi anni è iniziata una vera e propria caccia ai santini del passato che sono ancora carichi del fascino primordiale. Infatti i santini con le loro immagini di dolci angioletti, con gli sguardi ardenti di certi Santi, ci riportano indietro nel tempo rendendoci ancora possibile il colloquio con Dio.
 La foto del santino in questione è puramente casuale
e non si riferisce a quanto descritto nel testo